20/04/2022
Intelligenza Artificiale e Giustizia Predittiva: un binomio come pochi!

L’Intelligenza Artificiale vanta il titolo di “settore in costante espansione”, con applicazioni sempre più innovative e d’ausilio concreto come poche altre.

Indice

Introduzione
Lo scopo dell'Intelligenza Artificiale nell'ambito della Giustizia
Cos'è la Giustizia Predittiva
L'esempio di Giustizia Predittiva della Corte d'Appello di Brescia
Il Consiglio di Stato in tema di Giustizia Predittiva

Introduzione

In questo articolo vogliamo parlarvi di un binomio particolare che lega l’AI al campo della giustizia. Le funzioni di natura giuridico-amministrativa che investono i magistrati negli ultimi anni si sono incrementate notevolmente. Tale accrescimento ha reso necessario un intervento tecnologico che potesse snellire con più efficacia le ostruzioni tipicamente burocratiche legate alle annose compilazioni da eseguire.

Lo scopo dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito della Giustizia
Lo scopo dell’Intelligenza Artificiale nel settore della giustizia si è tradotto in una velocizzazione dei tempi stanziati per il compimento di alcune operazioni in tribunale, in una riduzione dei margini d’errore nella elaborazione delle decisioni finali e in un sostanziale snellimento di processi e procedure. Si tratta, dunque, di un aiuto di grandissima importanza che arriva alla scrivania di giudici e altri addetti per migliorare il sistema della Giustizia in generale. L’intervento umano, nel caso specifico, viene integrato e supportato da algoritmi intelligenti, opportunamente istruiti, in grado di compiere determinate scelte a seguito delle istruzioni (umane) ricevute. Su questa falsariga in Italia, così come nel resto del mondo, stanno viaggiando numerosi progetti applicativi, nell’intento di fornire un rafforzamento di tutti quei meccanismi che si attivano per la concreta realizzazione del principio della certezza del diritto.

Cos’è la Giustizia Predittiva
Con l’espressione “giustizia predittiva” s’intende la possibilità di anticipare l’esito di una sentenza attraverso l’uso di dati statistici derivanti da calcoli matematici. Se già in molti altri Paesi questa disciplina ha trovato ampia applicazione, in Italia è stata implicitamente legittimata nell’articolo 3 della Costituzione e nell’articolo 348 bis del nostro Codice di Procedura Civile. Ciò che consente di giungere ad una previsione di giudizio finale è l’impiego di uno o più algoritmi i quali, se opportunamente istruiti, consentono di giungere ad un risultato più “oggettivo”. Le attività che sono in capo agli amministratori della giustizia, dunque, vengono migliorate dall’Intelligenza Artificiale in fatto di ricerca legale, redazione e controllo di specifici documenti, valutazione di perizie tecniche e, non meno importante, nel prevedere l’esito di una causa.

L’esempio di Giustizia Predittiva della Corte d’Appello di Brescia
A supporto della professione forense, l’Intelligenza Artificiale può fare realmente la differenza rispetto ad altre forme di tecnologia, ma la strada che porta ad un impiego costante e indiscriminato della stessa è ancora lunga. Nonostante la parziale opposizione da parte di alcuni tecnici del settore, ad oggi possono rinvenirsi alcuni interessanti esempi di Giustizia Predittiva come quello della Corte d’Appello di Brescia. La via intrapresa dalla Corte è quella di elaborare un software che consenta la consultazione di migliaia di casi già decisi negli anni precedenti estraendo da essi orientamenti giurisprudenziali e casistiche simili al caso in esame.

Il progetto punta, dunque, alla creazione di una vera e propria banca dati “smart” dalla quale tirare fuori elementi precisi, a seconda delle necessità: gli aspetti cardine di una causa, la massima della decisione finale, i fatti costituenti reato in rapporto alla pena stabilita, etc. L’obiettivo finale è quello di: “costruire un data set il più corretto possibile e assonante con le caratteristiche specifiche dell’ordinamento italiano” afferma il Presidente, della Corte d’Appello di Brescia, Claudio Castelli, riporta Altalex. Grazie ad un accordo stipulato tra la Corte d’Appello bresciana, l’Università del posto e il Tribunale, nel 2018 si è messo su un progetto di Giustizia Predittiva mirante all’estrapolazione di due dati essenziali per la certezza del diritto e delle relazioni sociali:

  • la durata precisa di un dato procedimento su una specifica materia;
  • gli orientamenti giurisprudenziali già espressi in precedenza su casi simili.
  • Il Consiglio di stato in tema di Giustizia Predittiva
    In data 8 Aprile 2019 il Consiglio di Stato si pronunciava con la decisione n. 2270 contenente le basi per una possibile disciplina di settore in tema di Giustizia Predittiva. Dovendo decidere su un caso afferente la nomina e il trasferimento di personale docente avvenuto con l’impiego di strumenti informatici, il Consiglio si è ritrovato a valutare se l’algoritmo operante ai tempi delle doglianze della causa fosse pienamente rispettoso delle esigenze del caso concreto, inclusa la preferenza di destinazione degli attori.

I fatti lamentati, nello specifico, denunciavano la mancata individuazione di un soggetto responsabile preposto a tener conto delle esigenze del caso concreto; nonché l’assenza di una motivazione che giustificasse il provvedimento intrapreso. Chiamato a decidere su una evidente lesione di diritti e principi di Pubblica Amministrazione, il Consiglio ha colto l’occasione per chiarire i contorni di questa complessa materia, rinsaldandone alcuni punti chiave. In quella stessa sede si è stabilito il raggio d’azione degli algoritmi: essi hanno l’obbligo di operare seguendo i principi di trasparenza, ragionevolezza, imparzialità, proporzionalità e pubblicità, quali capisaldi del nostro ordinamento giuridico. Gli stessi devono essere poi adeguatamente controllati con frequenza periodica al fine di rintracciare eventuali errori ed evitare usi discriminatori nei confronti delle parti del giudizio.

Grazie a questa decisione si è aperto un varco importante per l’espansione della Giustizia Predittiva e, anche se c’è ancora molta strada da percorrere, ci auguriamo che si possa presto pervenire ad una soluzione tecnologica realmente efficace che possa rendere fluide le complesse questioni dei tribunali italiani.

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