03/12/2021
Cyberspazio: obiettivo o strumento difensivo

"Cyberspazio. Una consensuale allucinazione vissuta ogni giorno da miliardi di operatori legittimi"

A cura di Gianluca Tirozzi Indice
Introduzione
La militarizzazione del cyberspazio
L’impatto delle tecnologie dell’informazione nel cyberspazio
Lo spazio cibernetico ha la sua geografia
La definizione della National Military Strategy for Cyberspace OperationsIntroduzione
Il cyberspazio sembra essere diventato, negli anni, un tassello centrale per differenti politiche umane, finanziarie e anche sociali per il XXI secolo. Secondo alcune teorizzazioni esso si configura quale prodotto della terza rivoluzione industriale, poggiando sull’assunto che se la storia dell’umanità si è sviluppata “a ondate”, per terza ondata possiamo intendere la trasposizione da rivoluzione industriale a rivoluzione propriamente digitale.

Tale processo evolutivo ha avuto il merito di abbattere definitivamente i confini di spazio e tempo, grazie all’uso di tecnologie moderne dotate di grande interattività. La definizione di spazio cibernetico la dobbiamo a Toffler e Toffler, i quali hanno voluto connotare con l’espressione Information Revolution quell’ambiente artificiale derivato dalla mente umana, quale appunto è il cyberspace. Probabilmente è stata la natura antropologica del fenomeno a modellare le interazioni umane in un ambiente terzo rispetto alla dimensione puramente fisica. Grazie a un tale cambiamento, concetti classici quali il procedimento decisionale, il dibattito sociale o politico, la partecipazione alle scelte di governo, e persino l’idea stessa di pace o di guerra, sono stati soppiantati da una virtualità tipica e unica nel suo genere.
La militarizzazione del cyberspazio
La dimensione innovativa del cyberspazio non risiede tanto nella sua modalità di estrinsecazione delle relazioni umane al suo interno, quanto soprattutto nella introduzione di concetti vecchi travestiti da nuove modalità di azione, come la guerra. L’aspetto bellico, in particolare, si è legato ad una novità non di poco momento: il nuovo teatro operativo dei conflitti è divenuto proprio il cyberspazio, considerato il quinto dominio della conflittualità.

Lo spazio cibernetico, dunque, ha tradotto nuovi combattenti, nuove armi per combattere, nuovi scenari bellici. Le armi utilizzate in tale contesto divengono quelle non militari, al pari dei nuovi obiettivi presi di mira che coincidono con i sistemi informatici civili, considerati nuovi poli di gravità da tutelare e proteggere contro un nemico dai contorni sfuggenti, che agisce nell’ombra, in un ambiente privo di contorni e perimetri, del tutto sfumato e asimmetrico.
L’impatto delle tecnologie dell’informazione nel cyberspazio
Il concetto di cyberspazio è divenuto fortemente complesso, così come le sue fattezze concrete. Il crescente interesse ruotante intorno a questo fenomeno ha mostrato evidenti segni di pervasività e impatto delle Information and Communication Technologies, acr. ICTs, legate al proliferare di connessioni e interdipendenze dello spazio globale sociale, politico, economico, finanziario o militare. In altre parole, proprio nel mondo cyber si è aperta la faglia tra informazione e sicurezza, sia essa nazionale che internazionale: una voragine di rischi che va rimarginata con celerità.

Il crimine dello spazio cibernetico è confinato ad una oligarchia di conoscenze della rete piuttosto avanzata. Gli strumenti per metterlo in atto sono piuttosto economici, ma possono essere pericolosi al pari di una vera e propria arma militare. Oggi il criminale informatico è un attore non statale, spesso anche un solo individuo, che possiede abilità informatiche fuori dal comune e può agire sotto il controllo di qualcuno, un servizio segreto o una organizzazione criminale, o al di fuori di qualsiasi controllo.

Le ICTs, pur avendo acquisito col tempo un numero sempre maggiore di strumenti per la sivurezza, risultano ancora decisamente vulnerabili, spesso per falle di tipo umano legato ad accessi ancora troppo poco consapevoli da parte dei cybernauti. Per questo, è necessaria oggi più che mai la formazione degli utenti ad una sicurezza proattiva insieme alla continua ricerca e sperimentazione di efficaci tecnologie di difesa.
Lo spazio cibernetico ha la sua geografia
Le difficoltà maggiori riscontrate nello spazio cibernetico sono legate alla sua natura ibrida, composta da elementi reali e virtuali che ne complicano le fattezze. L’incertezza è la prima sensazione che si ha quando si parla di cyberspazio: non vi suono luoghi tangibili, come accade per gli altri domini, e l’eterogeneità funge da elemento principale. Una delle ricostruzioni più complete del cyberspace la dobbiamo all’esercito statunitense, il quale ha cercato di ricostruire la geografia del fenomeno come segue:
Strato di tipo “logico”, antistante al primo strato fisico, composto da codici che servono a far funzionare gli hardware preposti per la comunicazione e la trasmissione dei dati.
Primo strato di tipo “fisico”, dato dai cavi sottomarini e dalle reti ethernet, con l’aggiunta di router e dispositivi di connessione.
Strato di tipo “sociale” che attiene al numero di utenti online e alla loro interazione virtuale.
Ma ciò che più rappresenta lo spazio cibernetico è la sua “mutabilità” e la sua capacità di adattamento al nuovo che gli consente di disattivare in un istante, con un semplice click, qualsiasi elemento disponibile legato alla propria impalcatura.La definizione della National Military Strategy for Cyberspace Operations
Dai tratti che abbiamo delineato, trovare una precisa definizione di cyberspazio è più arduo di quanto non si possa pensare, trattandosi di un fenomeno in continuo mutamento. Tuttavia, la National Military Strategy for Cyberspace Operations, acr. NMS-CO, nel 2006 ha fornito una interessante descrizione del concetto, confinandolo in 4 diverse terminologie:

  1. Volatility, volatilità2. Uncertainity, incertezza3. Complexity, complessità4. Ambiguity, ambiguità

Da questa descrizione si può ben rilevare l’evanescente perimetro del cyberspazio, caratterizzato da una incredibile velocità di propagazione e da una frammentazione di confini fisici che non trova fenomeni similari nella storia. Questo dato ci riporta alla natura “antropica” del concetto, dove ogni cosa prende forma e si caratterizza in base alle nuove scoperte tecnologiche e alle nuove sfide scientifiche. Gli unici elementi statici e fisici che potremmo rintracciare nel cyberspazio sono dunque l’uomo e il computer, ma gli stessi vengono soppiantati da un mutamento in itinere che condiziona e definisce i tratti dromologici dell’ambiente cibernetico.

L’assenza di un territorio, la dimensione non tattile e l’evanescenza del mondo virtuale rendono lo spazio informatico un campo difficile da decifrare: lo stesso, in definitiva, è una risorsa ambientale priva di geografie precise, ma connotata da una grande impronta di realtà. Contattaci per scoprire i nostri servizi "cyber". Noi di bitCorp saremo lieti di darti una mano!

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