“I movimenti in Rete nascono spesso per ottenere un obiettivo. Coinvolgono e fanno proseliti.”
A cura di Luca PiccirilloIndice
Introduzione
Internet of Things: che cos’è?
Internet of Things: quante cose si possono collegare
Internet of Things: due esempi tipici
Quali sono gli obiettivi dell’Internet of ThingsIntroduzione
Con l’espressione “Internet of Things”, acr. IoT, s’intende fare riferimento a un neologismo afferente a un’estensione del più generale concetto di Internet, legato a oggetti e luoghi fisici. Il concetto venne introdotto per la prima volta dal noto ingegnere cofondatore di Auto-ID Center, un consorzio di ricerca con sede al Massachussetts Institute of Technology di Cambridge.
Lo stesso venne successivamente sviluppato grazie al lavoro dell’agenzia di ricerca Gartner. In concreto, l’IoT sintetizza un insieme di tecnologie che permettono di collegare alla rete globale qualunque tipologia di apparato che abbia i prerequisiti per farlo. Un video realizzato dalla Commissione Europea per DigitalEU spiega in soli 45 secondi che cos’è l’Internet of Things e quali sono le sue potenzialità. Potremmo indicare con questa espressione molto più di ciò che è davvero, sposando la tesi che vuole vedere nell’IoT un modo completamente nuovo di pensare alle cose che ci circondano quotidianamente. Internet of Things: che cos’è?
Con l’espressione Internet of Things in genere si tende ad indicare quell’insieme di connessioni che avvengono attraverso Internet e che fungono da unica e sola interfaccia di interazione tra la "cosa" connessa e chi ne sfrutta le funzioni. In altre parole, a differenza di un PC o uno smartphone, queste "cose" non stanno in mezzo tra l'utente e la rete ma vivono nella rete medesima e interagiscono tramite essa.
Le applicazioni che nel tempo sono nate intorno a questo nuovo modo di “connettere le cose” sono tante e stanno continuando a crescere in modo esponenziale. Grazie all’ Internet of Things gli oggetti possono trovare connessione con la rete e sfruttarla per operare una serie di informazioni sul proprio stato o funzionamento, in modo completamente automatico. Domotica, logistica, trasporti e medicina, sono solo alcune delle tante aree di espansione che stanno usufruendo di questo nuovo modo di comunicare intercorrente tra la rete e gli oggetti o i luoghi. Internet of Things: quante cose si possono collegare?
In linea sommaria, possiamo dire che non v’è limite al numero e al tipo di oggetti collegabili a una rete. Virtualmente, quasi tutti gli oggetti dotati di un software e un dispositivo che si collega a Internet possono prendere parte all’IoT. Secondo alcune stime dell’agenzia Gartner, attualmente sarebbero oltre 25 miliardi gli oggetti in grado di dialogare con la rete in maniera autonoma. Gli elementi necessari affinché il collegamento abbia buon fine sono per lo più legati alla capacità di connessione del dispositivo. Se l’oggetto è in grado di “agganciarsi” a Internet, sarà in grado di rispondere a un comando automatizzato. Grazie a questa nuova veste di interazione tra le cose, gli spazi circostanti si mostrano più intelligenti, al servizio di nuove utilità per l’uomo.Internet of Things: due esempi tipici
Come abbiamo già anticipato, i campi di applicazione dell’IoT sono vastissimi: dall’industria, alla didattica, dall’alimentare alla locomozione, dalla medicina allo sport, dalla zootecnia alla domotica, e così via dicendo. Proviamo ad immaginare alcuni esempi.
Smart HomeVideosorveglianza
Negli ambienti di lavoro si possono installare dei sistemi di videosorveglianza intelligente. Le telecamere, infatti, possono essere istruite per registrare solo in presenza di rilevazioni biometriche, e inviare la segnalazione in tempo reale. Esse possono essere collegate a un sistema di sicurezza che si attiva in maniera silente o sonora in caso di riscontrato pericolo, bloccando ad esempio gli accessi all’esterno o ad alcune aree.
Questi sono solo due degli esempi più comuni di scenari abilitati dall’Internet of Things ma le possibilità applicative sono vastissime e si possono realizzare a perfetta misura del cliente. Quali sono gli obiettivi dell’Internet of Things
Da quanto è in grado di fare, l’IoT nasce per migliorare la vita delle persone rendendo più semplice la realizzazione di alcuni importanti risultati: basti pensare ai casi di monitoraggio dello stato di salute di un paziente e ai relativi tempestivi interventi di alcune macchine in grado di intervenire in autonomia, regolando speciali sensori. Ma il paradigma dell’Internet of Things può andare ancora oltre. In linea generale, possiamo sintetizzare come segue i suoi vantaggi applicativi:
- prevenire incidenti, guasti, malattie o altri eventi nefasti;
- ridurre il consumo energetico;
- potenziare la sicurezza;
- raccogliere e analizzare dati in tempo reale;
- ridurre gli sprechi di varia natura e contesto;
- migliorare la qualità della vita.
Probabilmente, tra non molto assisteremo ad una crescita esponenziale delle applicazioni di IoT, grazie anche agli scenari di utilizzo delle reti cd. Narrowband.
Come leggiamo su Trueverit.com:
“Narrowband IoT è una tecnologia che si presta a numerosi utilizzi, industriali e non. Fra gli esempi più diffusi possiamo citare: • Monitoraggio ambientale • Contatori del gas • Contatori dell’acqua • Rilevatori di fumo e incendi • Monitoraggio dei parcheggi • Digital signage • Allarmi e sensori di eventi”
Si tratta comunque di una lista parziale, perché i casi d’uso possono spingersi ancora oltre. In conclusione, in considerazione del fatto che l’IoT può avere scopi, grandezze e configurazioni molto diverse, non è difficile immaginare che rilevanti benefici potranno arrivare soprattutto dall’applicazione di tecnologie correlate come l’Artifical Intelligence e il Machine Learning: in grado di gestire una incredibile mole di dati, perfettamente adattive e in continua evoluzione strategica.
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