L’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) è uno dei campi più affascinanti della ricerca informatica. Si tratta di un modo di programmare le macchine affinchè siano in grado di raggiungere un livello di intelligenza che è simile a quello dell'essere umano.
Ciò significherebbe che in un tempo non troppo lontano, gli algoritmi potrebbero risolvere problemi complessi con la stessa velocità e precisione degli esseri umani. Ma è davvero così?
L'AGI è una forma di intelligenza artificiale (AI) progettata per sviluppare una comprensione generale del mondo, ed essere in grado di ragionare e risolvere problemi in maniera indipendente, senza particolari istruzioni. Lo sviluppo di questa branca scientifica può portare a una varietà di applicazioni nei settori della robotica, dei sistemi di autonomazione, della robotica medica, della robotica industriale, dei sistemi di assistenza domestica, dei sistemi di apprendimento automatico e di altri campi.
Lo stesso concetto di Intelligenza Artificiale Generale si è ampliato nel corso degli anni. È stato definito come un sistema di AI che è in grado di sviluppare la sua conoscenza e le sue capacità in modo simile a quello dell'uomo.
Stando al significato di questa affermazione, un sistema di questo tipo dovrebbe essere in grado di applicare la logica, imparare dall'esperienza, comprendere il mondo circostante, formulare ipotesi e prendere decisioni in modo proattivo: esattamente come accade ad un cervello umano.
In altre parole, uno dei principali obiettivi dell'AGI è quello di creare un procedimento che sia in grado di risolvere problemi complessi come avviene secondo il meccanismo dell'intelligenza umana. Le questioni da risolvere possono variare da quelli relativi alla scienza, alla matematica, alla logica e al ragionamento. Per implementare adeguatamente tale settore, dunque, è necessario un approccio multi-disciplinare che comprenda la ricerca sull'intelligenza artificiale, la programmazione, la matematica, la scienza dei dati e la scienza cognitiva. Un altro obiettivo noto della tematica in questione è quello di aumentare la flessibilità della tecnica utilizzata.
Ma siamo sicuri che sia così facile raggiungere obiettivi così ambiziosi?
Al momento non c'è modo di prevedere se l'intelligenza artificiale raggiungerà mai l'intelligenza umana. Ci sono molti ricercatori che studiano questa correlazione allo scopo di capire come potrebbero interagire e come l'intelligenza artificiale potrebbe aiutare l'intelligenza umana. Tuttavia, è ancora troppo presto per dire se l'intelligenza artificiale raggiungerà mai l'intelligenza umana. Al massimo potremmo ragionare in termini di "aiuto" o supporto.
Riteniamo sia fondamentale non confondere le abilità di "imitazione" che un algoritmo può presentare in maniera più o meno perfetta, con le capacità cognitive che rientrano in tutt'altro campo. Una macchina può imparare a capire se un'affermazione è corretta o meno, se una decisione è risolutiva o no, ma su una base puramente statistica di esempi assorbiti nel tempo; al contrario il cervello umano presenta capacità logiche e di ragionamento completamente autonome, derivanti dalla elaborazione ex novo dell'esperienza.
In definitiva, il confine sottile che passa tra l'intelligenza artificiale e l'intelligenza umana è lo stesso divario che attraversa la distanza tra il "comprendere" (dell'uomo) e il "riprodurre" (della macchina).
Il team di bitCorp