“Ci sono solo due modi per stabilire un vantaggio competitivo: fare le cose meglio degli altri o farle in modo diverso”. (Karl Albrecht)
Partecipare al Premio Internazionale BOLD Awards? Se solo sapeste cosa ha significato per noi competere! “Competere” in fondo è un verbo strano che sa essere i due volti mefistofelici di una stessa medaglia: potremmo definirlo in grado di dividerti l’anima a metà, tra la speranza di vincere e la paura di non farcela. E noi siamo siamo rimasti così... fino alla fine... sospesi, inermi, in attesa.
Non sapevamo quanto peso i giudici avrebbero dato al nostro progetto in gara; non sapevamo quanto sarebbe piaciuto al pubblico votante e, soprattutto, non sapevamo se il TEP sarebbe riuscito ad emergere da quella fitta coltre di grandi menti che sbaragliava la nostra sicurezza e ci faceva sentire “piccoli così”.
Due parole sul nostro progetto in gara
Il Transport Encrypted Protocol (acr. TEP) rappresenta la punta di diamante di bitCorp e forse il progetto più ambizioso che ha preso corpo da quando abbiamo fondato la nostra azienda. Il TEP può essere considerato un metodo di comunicazione crittografato, innovativo perchè capace di applicare il paradigma della Blockchain alle telecomunicazioni, gestite da un grapho amministrato da Intelligenza Artificiale e garantito da una infrastruttura dematerializzata grazie alla virtualizzazione circuitale: una figata!!!
Un protocollo IT & TELCO che garantisce la totale sicurezza dei dati trasmessi, poiché le informazioni ivi “incapsulate” non possono essere oggetto di alcuna forma di intercettazione. Una invenzione ancor più strategica oggi in cui il mondo si trova nuovamente diviso tra due blocchi di petenze che non disdegnano l’aggressione violenta pur di prevalere.
Il TEP risolve le criticità legate alla sicurezza delle comunicazioni, è un protocollo perfettamente integrabile nelle infrastrutture telco preesistenti. La sua architettura è, dunque, spendibile anche su scala globale, passando per i livelli macro e micro delle reti di natura operativa, aziendali/industriali, diplomatiche, militari.
Qualche parola sui giudici del BOLD Awards III
La risonanza del premio, di cui abbiamo deciso di raccontarvi ogni dettaglio, nasce anzitutto dall’entità delle personalità tecniche chiamate alla valutazione dei progetti in gara. Quando a giudicarti sono grandi nomi dell’imprenditoria, della finanza e della tecnologia, forse cominci a credere nella forza del tuo progetto e inizi a pensare che se vinci è perché lo hai oggettivamente meritato.
Non li elenchiamo tutti soltanto per ragioni di brevità, non ce ne vogliano gli altri membri della commissione, ma sappiate che ognuno di loro era davvero un big del suo settore: Daniel Colaianni, ha creato e guida oggi un consiglio di amministrazione del settore AR/VR per aziende di fama mondiale come Facebook, Google, Microsoft, etc.; Frank Salzger, capo dell’Innovation and Ventures Office dell’Agenzia Spaziale Europea, dirige le telecomunicazioni e le applicazioni integrate dell’ESA; Craig Goodwin, proveniente dall’Intelligence del Regno Unito, ha ricoperto il ruolo di Global Chief Security Officer (acr. CSO) per nomi del calibro di Fijitsu, Monster Worldwide, GDK Global; e poi Epi Ludvik, anima fondatrice del Bold Awards nonché imprenditore di grandissimo successo, CEO di Crowdsourcing Week; per non parlare di Josè Luis Cordeiro, futurologo e borsista di fama internazionale, è stato docente presso l’Institute of Developing Economies di Tokyo, il Monterrey Institute of Technology del Messico, la Singularity University presso la NASA Ames nella Silicon Valley, solo per citarne alcune.
La valutazione dei giudici ha riguardato la prima fase di selezione dei progetti. La seconda fase ha visto l’interpello del pubblico votante. La terza? La proclamazione dei vincitori, che vi racconteremo nel prossimo post!
(To be continued)
bitCorp team